«Temporaneamente libero dagli impegni col trio di Keith Jarrett, che predilige ora i "solo-concerts", Jack DeJohnette si diverte ad esplorare la musica ad ampio raggio, con la curiosità e la voglia di aprire nuovi scenari che lo possano stimolare. A 64 anni, il grande batterista di Chicago che vive a Woodstock passa da un’avventura all' altra, dal duo con John Surman e orchestra al trio con John Scofield e Larry Goldings. Ed ora al dialogo afro-americano tra l’etno e il jazz con Foday Musa Suso, il virtuoso della kora, che è una specie di arpa tribale della cultura africana. […]
Enciclopedico maestro delle percussioni ma anche buon pianista, Jack DeJohnette non è solo uno dei batteristi più importanti della storia del jazz, ma un vorace esploratore del ritmo e della musica a 360 gradi. La sua libertà di battuta "dentro" e "fuori" del tempo lo rendono unico e adatto a qualsiasi tipo di cultura sonora. L' incontro con Foday Musa Suso, che non è uno di quei menestrelli etnici chiusi e dogmatici, sembrava in qualche modo predestinato.
La storia: dopo il blues, primo amore, Jack scopre il jazz al liceo. Diplomato al conservatorio e all’università, passa dal piano alla batteria emigrando nel 1966 a New York. Tra il 1970 e il ‘72 entra nella band di Miles Davis. E da allora, richiestissimo, collabora con i più grandi. Per fare solo qualche nome: Ornette Coleman, Sonny Rollins, Chet Baker, Pat Metheny, Herbie Hancock, Dave Holland, Lester Bowie, John Abercombie e, soprattutto, Keith Jarrett nel supertrio con Gary Peacock al contrabbasso.
Fenomenale solista di kora e discendente dei Griot, i cantastorie africani di antica dignità ancestrale, Foday Musa Suso è universalmente riconosciuto come un fuoriclasse della world music. Nato in Gambia, è cresciuto a stretto contatto con le tradizioni e la cultura della sua terra. Ma da quando nel 1970 si è trasferito a Chicago, non a caso la città natale di DeJohnette, la sua carriera si è aperta alle collaborazioni con gli artisti più diversi come Herbie Hancock, Philip Glass, Pharoah Sanders e Ginger Baker. Nei dieci brani di Music from the hearts of the masters Jack DeJohnette e Foday Musa Suso […] spaziano dal jazz improvvisato alla world con un’attenzione particolare all’evoluzione del ritmo in un crescendo […] spettacolare e coinvolgente.» (Repubblica)
Vedi anche Mandingo Griot Society.
Link in comments
9 comments:
http://sharebee.com/26063a63
very intriguing!
Many thanks for a great sharebe!
Amazing music. Great! Thank you very much :)
very cool. thanks very much!
Many thanks for this one. I love the combination. Your blog continues to be one of the best.
RTJ in USA
damn! intriguing indeed, but now the link is dead.
try a different host, archie. Only the Rapidshare link is dead.
d'oh! why didn't i think of that?
much gratitude.
Post a Comment